Spirit Hall – 12 cattedrali nei deserti

E’ dal 2009 che sviluppo e organizzo mostre collettive a Reggio Emilia e provincia (oltre a mie personali). Mi piace ideare  qualcosa che poi diventerà un tema sul tavolo di altri artisti e un artefatto davanti agli occhi di uno spettatore. Come le ha efficacemente definite il mio amico Massimo Tranquilli, sono dei “blog offline”.

In “Selumanitascoprisselaveritaimpazzirebberotuttiallistante.it ho voluto sondare gli aspetti filosofici che avessero ripercussioni su quelli sociologici (e/o viceversa). In mezzo, tanta, ma proprio tanta, fantascienza, la mia passione numero uno. In “Ai Mostri Tempi“, ero intrigato da come si fosse sviluppata in maniera anomala l’iconografia del mostro. Gli ultimi mostri veramente inventati sono stati Dracula e Frankstein, vecchi di più di cento anni. Avrei pensato agli Zombie, ma anche loro provengono da una lontana cultura centroamericana. Senza più il buio, i mostri sembrano non vedersi più intorno a noi e sono esplosi dentro di noi. In “Viaggiatore Viaggiante” (titolo che ho rubato da un racconto del sopracitato amico Massimo) mi avvicinavo sempre di più ai miei mondi illustrati. Il viaggio è uno di quegli stati dell’anima ormai rivoluzionati dalle tecnologie che ci accompagnano ogni giorno. Infine “I Steampunk You“. L’idea è nata mentre era in pieno svolgimento Viaggiatore Viaggiante. Mi resi conto che il meccanismo dello Steampunk era lo stesso che io utilizzavo nelle mie tavole. Solo che invece di ambientare il tutto nel periodo Vittoriano, io sceglievo il Rinascimento.

Adesso ho finito e proposto al Circolo degil Artisti di Reggio Emilia un tema mai affrontato: le Chiese. Mi ha sempre affascinato l’archiettura delle chiese e il loro significato. Cresciuto a Roma, non potevo farmi mancare questo tema. il titolo provvisorio è “Spirit Hall“. Mi piaceva questa sonorità che si confondeva con Spiritual.

Ecco la sinossi.

Spirit Hall – 12 cattedrali nei deserti

Nascere e crescere a Roma è come nascere e crescere in un’ immensa incubatrice. Ci sei dentro e vivi inevitabilmente i suoi riti, qualunque sia il tuo livello di laicità o religiosità. Pensare di rifiutarli, lecita azione all’interno dell’ infinito scontro tra persone di fede e senza fede, è un puro esercizio dialettico, il cui unico risultato è il loro definitivo riconoscimento.
Le chiese sono edifici, quindi materia inanimata. La domanda allora è: gli edifici sono laici? La materia ce l’ha un’anima? Anche volendo accettare la corrente di pensiero secondo cui i sassi non ce l’hanno, qualcuno dovrebbe spiegare perché, al cospetto di alcuni luoghi, veniamo inondati da quella sensazione che si chiama magia. Quella sensazione che ratifica la genetica diversità di alcuni luoghi rispetto ad altri.
I contemporanei non dovrebbero mai definire il proprio presente. Anche quando il genio visionario lo fa, non sono mai i suoi contemporanei a poter sentenziare sulle sue visioni. Eppure noi odierni riteniamo si stia vivendo un nuovo medioevo. E come ne possiamo uscire? Come possiamo scappare da questo desertico spirito collettivo? Sarà solo una strana coincidenza, ma le guerre odierne sembrano combattersi tutte in polverosi deserti.
Queste povere cattedrali ne hanno viste di cose. Queste cattedrali nei deserti sono sempre più deserte. Perché non possono certo essere i corpi a far numero, quanto invece la quantità di anime. La via d’uscita è una sola: sperare che l’uomo ritrovi non solo l’anima del sasso, ma anche nel sasso.

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