Questo pazzo pazzo pazzo mondo

Un toaster brusca una fetta di pane a Pechino e un computer a New York va in crash.

Il pensiero ormai viaggia su internet. Sono i giornali che ormai si sono rassegnati a dover riportare quello che succede su Internet. Immagini, video o scontri tra blog. E’ la grande InterMent. Una grande coscienza collettiva che fa cose che il singolo non ha coscienza di fare. Il singolo diventa, ad un certo punto, strumento della coscienza che sì, è il prodotto dei singoli, ma si separa e agisce di propria volontà, perfino contro il singolo. Chi ci dice che il grande flusso non ci sia già scappato di mano?

Un impiegato a New York non compra un panino speciale e un magazziniere a Pechino viene licenziato.

Quando scoppiò l’Aids, cominciò a girare la teoria dell’inizio. Uno steward, che stava raggiungendo l’Asia, si accoppiò con una scimmia, provocando il passaggio del virus alla razza umana. Contemporanamente girava quella di un virus commissionato dal Vaticano a qualche laboratorio scientifico senza scrupoli. A questo punto, penso che mi sia permesso mettere in circolo la mia teoria dell’inizio di questo crack economico che stiamo vivendo. Frank, un impiegato della Lehman Brothers, è tornato al bar sotto l’angolo, il Frank’s Bar, ma stavolta, invece di prendere il suo classico “Strike Hamburger” e vino italiano, prende un normalissimo toast al formaggio e prosciutto. E una Coca. Il resto è storia.

Una farfalla sbatte le ali a Pechino. E nessun temporale scoppia più a New York.

Il mercato globale, la sua connettività, la sua predisposizione allo scambio ha stravolto la faccia a questo pianeta. I suoi primi abitanti non lo riconoscerebbero. E non l’accetterebbero così. Proprio come molti di noi.

 

 

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