Ideare e realizzare i loghi

Se c’è una cosa che amo più di tutte , beh, questa è ideare e realizzare loghi. L’ultimissimo da me realizzato è quello per Fra le nuvole, l’evento che mi vede direttamente coinvolto come autore presente con una tavola (Sassuolo, Paggeria Arte, da sabato 6 dicembre ore 17:30). Sono partito dall’idea generale che si ha delle nuvole. Una cosa poetica, sognante, espressione di qualcosa di etereo. L’approccio istintivo è stato distruttivo. Invertire questa visione, o meglio: fare indossare indumenti punk ad una Heidi. Il massimo del godimento è stato lo sfregio da videogioco. Appassionato come sono di sparatutto, ho pensato subito alle ultime elaborazioni per i giochi da computer. Hitman! Un logo che utilizza font a punta su caratteri molto classici. Era il font perfetto. Un logo che va proprio contro il concetto morbido di nuvola. L’effetto mi è sembrato subito avvolgente. Ma ho voluto continuare nel mio percorso di anti-logo. Il logo deve essere chiaro e diretto. Beh, io l’ho nascosto con un po’ di nuvole, così che uno si debba avvicinare per capirlo. Yes!

Se c’è una cosa che amo più di tutte, beh questa è realizzare l’art direction e magari creare quasi di sana pianta l’immagine fotografica. Ero intenzionato a non prendere come riferimento le espressioni classiche che generalmente contraddistinguono questi immaginari, tipo “testa fra le nuvole” etc. etc.Ero partito convinto di cambiare completamente strada. Poi ho avuto questo flash, di un gruppo di persone, tutti con la testa dentro una nuvola ed una bambina, invece, che essendo più bassa, aveva la testa sotto la nuvola. La bambina teneva un filo che arrivava sin dentro la nuvola. Quindi, o un palloncino nascosto o la nuvola stessa come palloncino. Mi piaceva questo concetto del bambino che vede le cose più del grande (nulla di originalissimo, intendiamoci). Poi, l’idea è andata avanti e ho trovato che un solo personaggio presente fosse più d’impatto, più drammatico, più personale. Ognuno di noi, singolarmente, è già tutto un mondo.

Se c’è una cosa che amo più di tutte, beh questa è scrivere pay off. In questo caso ho pensato: abbiamo il logo che già dice tutto e un’immagine piuttosto chiara. Che bisogno c’è di aggiungerci un pay off descrittivo. E mi sono quindi soffermato su questa differenziazione sempre sottolineata tra mostre”collettive” e “personali”. E’ una precisazione sempre presente, che dopo un po’ mi ha fatto pensare. E allora anche qui: anche se vedo un quadro solo di un artista in mezzo ad altri, non è anche quella una personale.

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