Il gioco delle icone è stato uno dei passatempi preferiti delle masse ascoltatrici, fruitrici e osservatrici anche molto da prima della ‘Diana icona del nostro tempo’. Scarnificavano i propri feticci-culti, fino a farle diventare, ormai prede, dei semplici amabili resti. Nel campo delle icone, La Gioconda era il sistema, non più operativo, ormai solo auto- rappresentativo.
Quindi è arrivata l’icona Joker che, con un processo simile a quello di Neo in Matrix Revolution, ha infettato il sistema, prendendo il suo posto, il suo significato, forse persino le sue sembianze. La botta finale è stato l’ultimo Batman – The Dark Knight di Chris Nolan, con la monumentale performance di Heath Ledger che ha dato al personaggio un’importanza tale da assurgerlo definitivamente icona ufficiale del nostro tempo.
E’ cambiata la società e sono cambiate le icone. Ormai viviamo il periodo di Joker. E’ diventata lui l’icona delle icone. Non sono più tempi di espressioni delicate e evanescenti, di una bellezza fuori tempo tutta da decriptare. I nostri tempi, più che oscuri, sono bizzarri, si fanno beffa di noi. Delle Gioconde non abbiamo più bisogno. Vediamo Joker ovunque, in ogni angolo della strada, in ogni manifesto pubblicitario che campeggia su luridi angoli cittadini. Joker ci guarda veramente, pur essendo solo una maschera. Non è mai stato in contemplazione come quell’altra. Il suo ghigno ci martella il cervello.
La Gioconda, d’altronde, non “risponde più alle esigenze” di “noi giovani di oggi”. Joker, d’altronde, è un eroe (“Io e te siamo simili, Batman” – Batman The Dark Knight) Joker ha avuto quello scatto che tutti ci aspettiamo da sempre dalla Gioconda: deciditi! Ridi! Piangi! Grida! Ma fa qualcosa.
Siamo arrivati quindi noi artisti a dare la nostra visione di Joker. Vedi Joker e poi muori.