Scrivere e scrittura a mano

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La scrittura e la scrittura a mano sono esercizi parificabili a quello del leggere. Noi italiani siamo un popolo che vanta tra le più basse percentuali di lettura in Europa, ma consideriamo comunque la lettura come un atto importante, fondamentale, istituzionale quasi. Non è lo stesso per la scrittura. Scrivere è per i poeti, per i letterati, per chi racconta storie, non per la gente comune. Tutto ciò è estremamente sbagliato. Ahimé con l’intervento di Chatgpt (AI) queste convinzioni diventeranno sempre più radicate e il non scrivere verrà ritenuto sempre più normale e scontato.

Cos’è la scrittura?
Attraverso la scrittura il cervello realizza una sintesi strutturata definita attraverso la parola.
Ed è nel ‘sintesi strutturata‘ che si trova l’essenza del perché scrivere sia uno strumento tanto fenomenale. Attraverso questa sintesi, infatti, si riesce a esercitare un pensiero logico analitico. Anche la matematica fa la stessa cosa, con la differenza però che la parte legata alla costruzione dell’immaginario è ridotta al minimo.

Artificialmente intelligenti
Con l’avvento di ChatGPT l’argomento supera i confini della tecnologia e della sua mera e generica influenza sulla vita di tutti i giorni. Perché se i social hanno cambiato la nostra attitudine alla vita e i comportamenti sociali, qui siamo di fronte a una pesante modifica del nostro stesso corpo. Se ci affideremo in maniera indiscriminata alle intelligenze artificiali per ridurre l’attività di scrittura, le aree del cervello dedicate all’attività creativa subiranno una modificazione sostanziale. Saremo così destinati a creare una umanità con una sempre minore facoltà di immaginare, di elaborare cioè scenari futuri, possibili e anche impossibili. In definitiva, verrà ridotta la nostra capacità di sopravvivenza.

Palestra di parole

In questa molto interessante intervista, Giorgia Filiossi illustra perfettamente il tema. Per quanto mi riguarda è un po’ come l’uso degli antibiotici: il loro abuso ci ha esposto a malattie per mancanza di auto difese, costringendo addirittura i governi a campagne pubblicitarie per una responsabilizzazione a riguardo.
Altre conseguenze saranno quelle che una minima percentuale di entità, esclusivamente commerciali, ne trarrà gran vantaggio: tempi ridottissimi, costi ridottissimi su uno smisurato ventaglio di lavori. Il resto dell’umanità invece vedrà perdere l’utilizzo di una capacità che abbiamo impiegato millenni per raggiungerla come umanità e anni come persone in quel periodo di vita che parte dall’asilo in poi. Chatgpt viene definito “assistente per (i) copywriter o (gli) scrittori”… Io rimango basito. Se c’è una cosa che io pretendo quando scrivo è l’assoluta solitudine in tutti i sensi. Ho bisogno che l’idea esca fuori dalle viscere. Certo, guardo, sento musica e googlo un po’, ma che addirittura Chatgpt me la si faccia passare come assistente mi fa ridere. E’ un assistente, certo, ma per chi ha scarse capacità di scrittura o per l’imprenditore tipo che non vuole spendere un euro su questo tipo di lavoro e comunque non ci ha mai speso un centesimo (cugino, nipote e cerchia di “c’ho un amico che smanetta”).

La responsabilità di chi ascolta
Le persone normali dovrebbero parificare la scrittura alla lettura e non percepirne la distanza. Quando si incontra un amico dovremmo arrivare a chiedere non solo “Cosa hai letto ultimamente?” ma anche “cosa hai scritto ultimamente?” come se fosse una di quelle attività normalissime e non di quelle alle quali ci si dedicano pochi eletti estremamente dotati.
Ricordiamoci, per finire, che quando spingeremo quel bottone “New chat”, spegneremo quell’altro che è nella parte del cervello che ci fa creare cose. E che allontaneremo sempre più il giorno in cui potremo rispondere con una di quelle frasi definitive che rimangono nella storia: “Sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci.”

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